A piedi. Pellegrino, insieme a tanti altri pellegrini. Si è presentato così Sua Ecc. Mons. Attilio Nostro ai cancelli della Villa della Gioia di Paravati dove migliaia di fedeli si sono ritrovati nella solennità di tutti i Santi per ricordare il dodicesimo anniversario di Natuzza Evolo. Ad accoglierlo padre Michele Cordiano, da poco nominato rettore della chiesa di Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, ed un caloroso applauso di tutti i fedeli presenti.
Pellegrino come già in passato – ha ricordato il presule all’inizio della sua omelia – quando si era intrattenuto a discutere con la mistica di Paravati “su quanto fosse difficile fare il sacerdote”.
Ma anche mendicante, in cerca di qualche risposta alle domande e ai dubbi, a volte anche tremendi, che ciascuno porta nel cuore e a cui il Signore risponde per tramite dei suoi servi.
Natuzza è stata uno strumento con cui Dio risponde soprattutto ai dubbi che assalgono il cuore umano davanti ad una malattia, una disabilità alla morte, perché “è la prova – ha sottolineato Mons. Nostro – che Dio non di distrae, ma che ha un progetto per ogni uomo”. Il senso del suo messaggio è che nessuno è solo, Dio è accanto ad ogni uomo.